STRAORDINARIO CONTESTO

La Nostra Storia

L’edificazione del Grand Hotel des Iles Borromées &  SPA prese il via con l’Unità d’Italia.

A quei tempi Stresa non era ancora conosciuta come la “Perla” del Verbano; lo diventerà soltanto dall’inizio del Novecento, quando si imporrà come la più prestigiosa località del Lago Maggiore.

Le casupole erano poste a ridosso dei primi contrafforti del Mottarone, mentre nei pressi delle rive del lago, oggi costellate di ville e alberghi, prendevano posto prati, campi e qualche vigneto.
I rari alberghi si trovavano sulle Isole Borromee, luoghi di bellezza incomparabile già famosi a quell’epoca. Nel 1670 il conte Vitaliano Borromeo aveva fatto erigere sull’Isola Bella un sontuoso palazzo circondato da giardini terrazzati che, con i giardini dell’Isola Madre, ancora oggi é visitato da turisti di tutto il mondo.

Questa situazione si protrasse sino quasi alla fine del XIX secolo. Nel 1801 si verificò un evento di straordinaria importanza per il Lago Maggiore e Stresa: l’inizio dei lavori per la Regia Strada del Sempione, per volere di Napoleone Bonaparte, che il 7 settembre 1800, dopo la vittoria di Marengo, in un decreto aveva specificato che «la strada da Briga a Domodossola sarà transitabile ai cannoni (…), e permettere un agevole passaggio delle armate”.

L’opera colossale si concluse cinque anni più tardi: il 9 ottobre 1805 venne effettuato il viaggio inaugurale. Era la più moderna e maestosa strada panoramica tracciata attraverso le Alpi.

Il favoloso panorama del golfo Borromeo con le sue Isole era ormai alla portata dei primi turisti. L’apertura del passo del Sempione incrementò infatti l’afflusso di visitatori stranieri da ogni parte del Continente Europeo.
Nel maggio del 1826 il primo piroscafo a vapore – il “Verbano” – solcò per la prima volta le onde del lago, collegando Magadino (Locarno) con Sesto Calende, a bordo si trovava anche l’ufficio postale. Da Arona i passeggeri raggiungevano Locarno in sei ore, mentre con la navigazione a vela a volte occorrevano ben sei giorni!

Il “Verbano” non faceva ancora scalo a Stresa, nel 1850 la flotta peschereccia degli stresiani non superava le sette barche e per acquistare il pane bisognava remare di buona lena sino a Pallanza.

Fino al 1860 il battello ignorò la piccola Stresa, transitando al largo, ma fermandosi alle Isole Borromee.
In quei tempi sull’Isola Bella viveva una famiglia di albergatori, gli Omarini, gestivano l’Albergo “Delfino” luogo citato da Stendhal nelle sue guide italiane e da Fogazzaro, che proprio in quell’albergo aveva fatto concludere il suo celebre romanzo, “Piccolo mondo antico”.
I giovani Omarini avevano già girato l’Europa per lavorare negli alberghi come cuochi e, forti dell’esperienza maturata nel settore, ebbero l’idea di edificare di fronte alle Isole Borromee un “grande albergo”, capace di soddisfare le esigenze di quella clientela internazionale che cominciava a fare del turismo un’attività commercialmente molto interessante.
Nella primavera del 1860 gli intraprendenti fratelli Omarini, procedettero all’acquisto di alcuni appezzamenti di terreno proprio di fronte all’Isola Bella, in località “vigna di riva”. Con un capitale iniziale di 1.200.000 lire costituirono la Società Unione dei Grandi Alberghi, presieduta da Arturo Omarini, con sede a Stresa.
La costruzione del Grand Hotel des Iles Borromées ebbe inizio nell’inverno del 1861. Era lo stesso anno della Proclamazione del Regno d’Italia.
Il “Grand Hôtel” venne inaugurato sabato 21 marzo 1863, alla presenza d’uno sceltissimo pubblico: alcuni grandi albergatori, diverse personalità e uno stuolo di nobildonne in abito da sera.
Il Borromées si affermò subito come “Il Grand Hotel” del Lago Maggiore. Diretto con competenza dai fratelli Omarini si assicurò in poco tempo la clientela più prestigiosa.
Gli ambienti erano ornati da eleganti specchiere e illuminati da meravigliosi lampadari; «il riscaldamento era garantito dalla ditta Haeberlin di Milano che aveva installato un impianto a termosifone che rendeva più confortevoli le circa 120 ariose stanze», non mancava un ufficio della londinese “Thomas Cook and Son”, per la vendita di biglietti ferroviari e di navigazione per tutto il continente.
Omarini avevano comunque visto giusto: il nome del Grand Hôtel et des Iles Borromées iniziava a essere segnalato su diverse guide turistiche italiane e straniere. A frequentare l’albergo erano turisti provenienti da tutta Europa, inglesi in gran parte, ma anche rappresentanti della nobiltà tedesca, slava e francese. Accanto agli aristocratici non mancavano tuttavia gli esponenti del mondo industriale o finanziario.
L’incisione effettuata con un diamante da una nobildonna russa sui vetri di una delle finestre dell’albergo in un malinconico giorno di pioggia testimonia l’atmosfera romantica che si respirava nelle sale dell’albergo: «Alexandra, Grande Duchesse de toutes le Russies, née duchesse de Saxe, 1870 – 14-26 giugno».
Cinque anni più tardi venne imitata da Anna, principessa d’Assia e di Prussia. Sul Libro d’Oro si conservano ancora le preziose firme degli ospiti, insieme ad inconsueti disegni e dediche.

Nel 1868 l’edificio venne ingrandito per far fronte all’incrementato volume di visitatori.
Sulla destra dell’albergo si realizzò una nuova ala, e venne anche aperto il primo ufficio telegrafico della zona.
Gli Omarini erano coscienti dell’importanza delle vie di comunicazione per il turismo sul Lago Maggiore, essi avevano fortemente creduto e sostenuto la realizzazione del traforo del Sempione; già il 16 marzo 1884 al Grand Hôtel et des Iles Borromées si era tenuta una riunione per “appoggiare” la costruzione di una linea ferroviaria che congiungesse l’Italia all’Europa e il documento che venne redatto in quell’occasione portava anche le firme dei proprietari dell’albergo.
Nel 1906, l’apertura del Traforo Ferroviario del Sempione diede il definitivo impulso al movimento turistico e fece conoscere il nome di Stresa in tutto il continente europeo.
Con l’arrivo dell’«Orient-Express», la stazione di Stresa diventò una tappa obbligata sulla linea Londra-Parigi-Milano-Venezia-Costantinopoli; portando al Grand Hotel des Iles Borromées un turismo di élite.
Il numero degli ospiti iniziò così a moltiplicarsi, le stagioni di permanenza si allungarono e si resero necessari nuovi ampliamenti. Nel 1908 si ingrandì la veranda, mentre fra il 1911 e il 1912 in soli 96 giorni si procedette alla soprelevazione di tre piani. I lavori vennero realizzati sotto la sapiente guida del capomastro stresiano Vasco Capucci.

Dopo quasi cinquant’anni di gestione della stessa famiglia, nell’autunno del 1907, Giuseppe e Luigi Omarini, iniziarono a vendere le quote del Grand Hotel des Iles Borromées alla “Società Anonima Unione dei Grandi Alberghi”, che nel 1923 venne assorbita dalla Compagnia Italiana Grandi Alberghi (C.I.G.A) di Venezia. Sino a quell’anno gli Omarini restarono come “gestori” alla testa della loro azienda.

Durante il primo conflitto mondiale, l’albergo non chiuse i battenti. Diventò un luogo di rifugio privilegiato per chi aveva ancora la possibilità di sfuggire alla guerra.
Fortunatamente con il primo dopoguerra, in tempi relativamente brevi, tornarono a comparire a Stresa gli ospiti illustri dei decenni precedenti.
Anche lo scrittore americano Ernest Hemingway giunse a Stresa per la prima volta nel settembre del 1918, all’età di 19 anni, in convalescenza per una ferita di guerra. Memore delle bellezze del luogo, Hemingway vi ambientò parte del suo romanzo “Addio alle armi”, il nome del Grand Hotel des Iles Borromées divenne così famoso in tutto il mondo.
Con l’inizio del secondo conflitto mondiale l’attività del Grand Hotel, pur non subendo interruzioni, accusò forti contraccolpi.
Occupato prima dalle truppe tedesche e poi da quelle americane, l’edificio fu trasformato anche in convalescenziario militare. Dopo una breve parentesi tra il 1945 e il 1946 come sede del Casinò Municipale, il Des Iles ritornò a vivere, riacquistando in breve tempo il primato turistico che conserva tuttora.
Nel 1990 la C.I.G.A., in gravi difficoltà e a seguito di una ristrutturazione aziendale, si privò del Grand Hotel, che ritornò così dopo quasi settant’anni nelle mani di alcuni albergatori stresiani.
Sin dal 1990, la nuova proprietà intraprese una completa ristrutturazione di tutto il complesso alberghiero e il potenziamento del famoso Centro Benessere annesso alla struttura.
Ancora una volta il coraggio degli imprenditori locali fu premiato, nonostante la crisi generata dalla Guerra del Golfo, il Grand Hotel Borromées fu scelto dai regnanti arabi, come luogo di vacanza in attesa della ricostruzione dei loro palazzi principeschi, distrutti dal conflitto.
L ‘Hôtel vanta il blasone di “Locale storico d’Italia” ma la sua storia continua, anno dopo anno sono stati restaurati i locali pubblici, riarredate le camere, i bagni e le numerose sale riunioni, anche grazie alla competenza dell’architetto Statilio Ubiali, che ha saputo integrare all’originario stile Liberty le nuove opere necessarie a rendere più confortevole la permanenza dei moderni viaggiatori.
Grazie alla qualità dell’offerta e alla professionalità dello staff il Grand Hôtel Borromées è prescelto come sede di riunioni di risonanza mondiale o per tranquilli soggiorni di relax.
Soggiornare oggi al Grand Hôtel Borromées significa poter apprezzare il fascino, l’atmosfera, la magia di un passato ricco di storia e di tradizioni, godendo nel medesimo tempo di moderni comfort e di strutture all’avanguardia.
E dopo il fantastico anno del centocinquantennale, siamo certi che l’impegno della società che gestisce il Grand Hotel des Iles Borromées & SPA proseguirà con nuovo entusiasmo. 

GALLERY

Una panoramica delle esperienze che potrai vivere al Borromées.
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